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SSN SOS dall'Inghilterra: Come il SSN è stato tradito e come si è deciso di salvarlo


Collaborare alla traduzione di questo libro è stata un'opportunità di crescita personale e professionale.

L'edizione italiana, curata dalla Prof.ssa Maria Elisa Sartor (docente del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano), auspichiamo possa avere anche in Italia lo stesso impatto della versione originale "NHS SOS: How The NHS was betrayed – and how we can save it", pubblicata a Londra da Oneworld Publications.

Gli Autori di questo libro-protesta sono Jacky Davis & Raymond Tallis, esponenti illustri del panorama sanitario e culturale britannico, che nel 2013 hanno denunciato i soprusi perpetrati negli anni dai vari Governi ai danni del Servizio Sanitario Pubblico Inglese.

INTRODUZIONE

<< Il libro ricostruisce, appoggiandosi su un’ampia documentazione di incontrovertibile validità, l’ultimo processo di riforma organizzativa del sistema sanitario inglese e tutto ciò che di significativo lo accompagna. Una riforma, che, come si potrà vedere via via procedendo nella lettura, scardina del tutto il modello storico noto come Servizio sanitario nazionale (NHS, in inglese) e sembra decisa a farlo una volta per tutte.

Proprio per queste sue caratteristiche ‘ricostruttive’ e di ‘svelamento’, di questo libro si sente davvero il bisogno.

Sta servendo agli inglesi, che non intendono perdere il loro NHS, a riconoscere i fatti e ad agire; ma serve anche a noi cittadini italiani, che nel 1978 avevamo scelto di avvicinarci alla realizzazione di questo modello.

Oggi, dopo due controriforme nazionali della Riforma sanitaria, dopo aver provato su di noi gli effetti di alcuni ribaltamenti organizzativi regionali, dopo essere stati colpiti duramente dalla crisi globale che dura da più di otto anni, non riconosciamo più i tratti del nostro Servizio Sanitario Nazionale e, meno che meno, siamo in grado di dare un valore adeguato a quello a cui di fatto abbiamo rinunciato senza battere ciglio (omogeneità territoriale dell’accesso all’assistenza, gratuità delle prestazioni nel punto di erogazione, servizi e tempi di erogazione che si conformino ai bisogni). Il grande lavoro persuasivo che è stato fatto per spezzare ogni nostra fiducia in tutto ciò che provenisse dal settore pubblico è stato efficace. Lo stesso trattamento che è toccato agli inglesi, prima che a noi.

Ci serve forse un aiuto per capire profondamente se e perché anche il nostro Servizio Sanitario Nazionale pubblico vada difeso; ci servono dei ragionamenti intelligenti e conseguenti che ci orientino, e ci è di aiuto chi pronunci parole adatte per nominare (o rinominare) i fatti e per mettere in questione, e in certi casi consentirci di ribaltare, le concezioni che forse acriticamente abbiamo fatte nostre (per esempio, nei nuovi modelli a chi è attribuita davvero la ‘libertà di scelta’? Al paziente o all’organizzazione sanitaria privata?). Questo è lo strumento che fa al caso nostro. Colma almeno tre vuoti: un vuoto di visione, un vuoto di informazione sui dati di fatto, un vuoto di modelli di comportamento civico.

Il libro espone una visione non esplicitamente presente in Italia nelle sedi accademiche, quella che ipotizza e sostiene la tesi di una totale sostenibilità di un sistema sanitario pubblico, realmente tale – nella specifica configurazione del SSN modello Beveridge – e che vede come coerente ed opportuno conservare tale sistema nella sua integrità.

Di tale sistema si riconoscono validi fin dalla sua origine i principi fondanti (equità, universalità di copertura, gratuità nel punto di erogazione), il suo sostanziale buon funzionamento, e il basso costo per il Paese. E date queste premesse, gli autori ritengono importante invitare a muoversi ancora in questa direzione per continuare a garantire la territorialità della copertura sanitaria dei cittadini (‘nessuno deve sfuggire alla tutela’), quindi l’analisi dei bisogni socio-sanitari su base territoriale e la programmazione dell’erogazione dei servizi. Mentre con riferimento allo Stato e alle sue articolazioni territoriali, invitano a perseguire il totale ripristino delle responsabilità, del controllo e della scelta preferenziale di erogazione diretta dei servizi.

In Italia molte di queste prerogative sono già da tempo andate perdute. Fra tutte, quella meno percepita, è che laddove si è realizzato il sistema della separazione della committenza dalla erogazione del servizio sanitario (secondo il modello delle riforme del Partito Conservatore nel Regno Unito, per l’appunto) ed è presente in modo massiccio la sanità privata, si è già da tempo di fatto trascurata l’attività di analisi dei bisogni e di governo della domanda aggregata a livello di territorio (preliminare ad ogni attività di programmazione). Perché? Perché il modello di sanità sempre più privatizzato si fonda principalmente sull’offerta e questa offerta di servizi sanitari da parte dei gruppi privati non intende sottostare a questo tipo di vincoli. Per non parlare del fatto, altrettanto grave, che non consente di fare un censimento del numero complessivo dei fornitori di servizi sanitari, identificando i gruppi economici di appartenenza e l’effettiva gamma di servizi offerti. Non si conosce quindi la domanda di salute su base territoriale e viene impedito di conoscere la struttura dell’offerta dei servizi socio-sanitari.

Se si intende l’istituzione universitaria come sede di elaborazione di un pensiero scientifico indipendente, questo libro potrebbe opportunamente essere considerato come portatore del punto di vista mancante nell’elaborazione teorica e manageriale in ambito sanitario in Italia.

Per la sanità, in particolare, rimette di fatto in discussione i concetti di ‘governance’, di ‘New Public Management’, di ‘quasi-mercato’, di ‘separazione della committenza dalla erogazione dei servizi’ e richiama macro disegni organizzativi meno complessi di quelli che si vanno via via realizzando.

Per gli autori, le nuove configurazioni del sistema sanitario proposte, ad alto tasso di privatizzazione, sono più complesse oltre che più costose. Aumentano sia l’affollamento del sistema che si satura di nuove entità autonome, non pienamente responsabili verso il Paese (come direbbe la Professoressa Pollock, "una pletora di nuovi corpi intermedi", che configura una sorta di nuova burocrazia, questa volta richiesta dal mercato, più insidiosa dell’altra che conosciamo) ma anche aumentano il grado di opacità del sistema. E l’opacità facilita ogni sorta di abuso e di spreco.

La prima condizione per lo sviluppo di concezioni scientifiche, come sappiamo, è la possibilità di un accesso ai dati della realtà. Ma sono disponibili? La seconda è che le ricostruzioni teoriche siano sicuramente indipendenti. L’elaborazione di un pensiero scientifico indipendente non risulta possibile se esiste di tale realtà un solo racconto, mediatico, tendenzialmente omissivo, mai attentamente verificato, e per giunta generato con risorse provenienti da centri di interesse privato molto forti nel settore.

Tutti gli attori agiscono, con un certo grado di consapevolezza e controllo degli effetti delle proprie azioni, anche omettendo di agire (è pur sempre un comportamento!). Questo libro recepisce e ripesca i fatti (anche i comportamenti omissivi), li descrive collocandoli in un ordine cronologico e logico, e li nomina per quello che sono e ne dà prova. Lo fa sostanzialmente in parallelo al verificarsi degli eventi, e cioè, dal momento della presentazione del Libro bianco e poi del disegno di legge Lansley, nel 2010, fino all’introduzione della normativa regolamentare nel 2013, quando si rendono operative le disposizioni normative della legge che diventerà nota a tutti come la Riforma Cameron del 2012 (Health and Social Care Act).

E ancora, il libro riannoda fili e fa verifiche di coerenza e di congruità fra le dichiarazioni pubbliche contenute nei programmi e nelle rassicuranti promesse e il testo della normativa, e fra il ‘discorso’ in tutte le sue forme possibili e la realtà fattuale, tra piano del contenuto e piano della relazione, tra ambito verbale e non verbale della comunicazione.

Si vengono a conoscere le dichiarazioni e i comportamenti del Governo, del Segretario di Stato alla Salute, dei membri del Parlamento e della Camera dei Lord, dei partiti di governo e di opposizione, dei media (televisivi e radiofonici, della carta stampata – includendo i giornali nazionali e le autorevoli riviste dei medici), delle associazioni di tutela degli interessi dei medici, dei collegi reali di tutte le professioni sanitarie, delle gigantesche corporation globali della consulenza, dei grandi operatori della sanità in ambito globale e nazionale, e dei nuovi potenti ‘entranti’ nel mercato sanitario. Mette cioè sulla scena i comportamenti comunicativi di tutti gli attori istituzionali, talvolta faticosamente distinguibili fra loro, viste le sovrapposizioni incompatibili di ruolo in capo alle stesse persone e le intricate relazioni di interesse – non sempre opportune – che uniscono i diversi attori.

Impareremo molto leggendo questo libro >>.

Maria Elisa Sartor

Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità

Università degli Studi di Milano

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